Loading...
Loading

"La società senza dolore" di Byung-Chul Han

Byung-Chul Han, filosofo di origine coreana formatosi in Germania, spiega le origini e le conseguenze dell'algofobia, la paura del dolore che caratterizza la società Occidentale.

L’algofobia è la paura generalizzata del dolore e da diversi decenni caratterizza ormai la società Occidentale. Ma quali sono le conseguenze?

Ce lo spiega Byung-Chul Han, filosofo di origine coreana formatosi in Germania, nel suo libro “La società senza dolore”.

Questo comporta un costante evitamento di ogni situazione potenzialmente dolorosa, rifugiandosi in una condizione di anestesia permanente. Questo vale sia per il fisico, per cui siamo abituati a far sparire ogni sorta di malessere grazie agli antidolorifici, sia per le emozioni e i rapporti con gli altri.

La spinta al conformismo è una conseguenza dell’algofobia, poiché evita qualsiasi tipo di confronto, diversità e conflitto. Se l’altro è uguale a me, non può essere una minaccia. Si è creata una forte paura dell’altro, amplificata all’inverosimile con la pandemia: l’altro può portare differenze, dolore e malessere. L’incapacità di provare dolore ci porta ad essere meno empatici, e risulta impossibile apprezzare le differenziazioni: basti pensare a come sia difficile integrare all’interno della società le minoranze, soprattutto in questo momento storico.

L’anestetizzazione del dolore sta influenzando enormemente le relazioni, la politica, l’arte (che perseguita la ricerca del like) e anche la stessa psicologia: a partire da Freud con la “psicologia della sofferenza”, in cui la cura consisteva nel prendere il contatto con il dolore, si è arrivati alla “psicologia positiva”, che si occupa della felicità, del benessere, dell’ottimismo… e quindi nell’evitamento o il superamento del dolore, con lo scopo di tornare ad essere felici il prima possibile. 
Anche la resilienza, ovvero la capacità di affrontare un momento di difficoltà, sta assumendo una connotazione prestazionale, per cui bisogna dimostrare di saper superare periodi dolorosi nel minor tempo possibile, altrimenti si risulta deboli, inetti, improduttivi.

Tutto ciò ha altre due importanti conseguenze: da una parte ci ha reso ipersensibili al dolore, ovvero si soffre sempre di più per cose sempre più piccole (pensiamo come esempio a “La principessa sul pisello”); dall’altra ci ha reso incapaci di dare un senso al dolore, di integrarlo nella nostra esperienza, diventando impotenti di fronte ad esso e l’unico modo per disfarsene è anestetizzarlo.

Senza il dolore non è possibile una trasformazione, si rimane uguali a sé stessi. Il dolore approfondisce il pensiero, permette di costruire una narrazione e di creare qualcosa di completamente nuovo. 
All’interno del nostro lavoro di sostegno psicologico riteniamo di fondamentale importanza il riconoscimento e la presa di contatto con il dolore, ma non è sempre facile e né sempre possibile. Diventa una possibilità all’interno di colloqui con un professionista caratterizzati da mancanza di giudizio, fiducia e ascolto attento ed empatico.

Studio 6 - Psicologi a Milano

Stai pensando di rivolgerti a uno psicologo?

Non c’è momento migliore per chiedere aiuto se non quello in cui ne senti il bisogno.

Siamo a tua disposizione.

Contattaci